Francesca Guidotti
fondatrice, organizzatrice, assistente, facilitatrice in formazione
Credo di dover ringraziare un brutto momento di malattia a vent’anni, se a un certo punto ho iniziato a scegliere e quindi a vivere. Invece di seguire ciò che “dovevo” ed “era giusto per me” ho deciso di ascoltare la voce che continuava a chiedermi “cosa ti piace, cosa riesci a fare con naturalezza?”
Ho lasciato quello che facevo e nel giro di poco, dalla laurea in Formatore interculturale a Firenze mi sono trovata a collaborare con la casa editrice Terra Nuova Edizioni e a essere eletta presidente della Rete italiana villaggi ecologici – RIVE (dal 2012 al 2016). Ho scritto due libri sugli ecovillaggi e l’abitare solidale e contribuito a varie pubblicazioni sull’argomento diventando un punto di riferimento sulle esperienze di vita comunitaria in Italia. E per un senso di utopia e coerenza ne ho fondato uno, di ecovillaggio. Otto anni di intensità in cui la Comunicazione ecologica, la Comunicazione non violenta, il Metodo del consenso, il Process work, lo Zegg Forum, la Sociocrazia, il Clips (Community lead incubator programme for sustainability), l’Ecosofia, sono stati strumenti indispensabili non solo per sopravvivere ma per far sì che un’esperienza di tale intensità potesse mettermi davanti a me stessa e indurmi a radicare il cambiamento che pretendevo dall3 altr3, a rendere estremamente nutrienti dinamiche di gruppo o singole relazioni che sarebbero anche potute essere irrimediabilmente distruttive. L’incontro con Delfino e col corso di Facilitazione, altre persone e discipline che mi hanno accompagnata in questi anni, mi hanno permesso di diventare una maga di me stessa: ora posso osservare l’energia che si muove in me e trasformarla in qualcosa di utile, positivo, leggero, incisivo. Non che ci riesca sempre – sono una maga mica una Dea 😉 – ma ritengo di avere abbastanza dimestichezza per utilizzare il mio talento e la mia competenza a servizio dei sogni dei collettivi, in cui spesso riconosco l’assonanza coi miei. Ho un’irrefrenabile voglia di vedere ed essere cambiamento, per questo ho scelto di lavorare con chi si sta mettendo in gioco in prima persona a vivere in un modo inedito, a proporre nuovi modi di fare politica, a gestire l’economia a servizio delle persone. Uno dei miei sogni nel cassetto? Che i movimenti sociali trovino un terreno dove incontrarsi e lavorare fianco a fianco, condividendo competenze e difficoltà. Che la facilitazione possa essere un ponte?

Ho un’irrefrenabile voglia di vedere ed essere cambiamento, per questo ho scelto di lavorare con chi si sta mettendo in gioco in prima persona a vivere in un modo inedito, a proporre nuovi modi di fare politica, a gestire l’economia a servizio delle persone.